Giornale di VogheraCulturaOnline editionNelle realizzazioni edilizie di Paolo Cornaro
Decoro urbano e monumentalità Nel
corso dell’Ottocento la città di Voghera si rinnova nel suo volto urbanistico,
rimasto sostanzialmente medioevale e con le caratteristiche di un “centro
agricolo”.
Si procede allo spianamento delle mura e alla distruzione di fosse e bastioni, all’atterramento delle porte nella convinzione da parte dei tecnici comunali e degli amministratori che con tali operazioni si toglierebbero inutili ingombri, facendo guadagnare spazio alla città. Con il Regolamento d’ornato si intende migliorare il “pubblico aspetto” di Voghera, che viene rimodellata con lavori di selciatura e sistemazione delle strade principali, illuminazione pubblica, opere di fognatura e tombinatura, piantumazione di viali. Vengono d’altra parte create le strutture civili e sociali, educative e culturali, senza trascurare i luoghi di convegno e di divertimento e del ristoro; mentre sono costruiti, restaurati e abbelliti o trasformati palazzi e case (come risulta, con documentazione d’archivio e bibliografica, nel volume Voghera il volto del passato). Al rinnovamento urbanistico contribuiscono valenti professionisti quali Gioachino Dell’Isola, Gaetano Cattaneo e Paolo Cornaro, figlio dell’architetto Giuseppe, sindaco e progettista (fra l’altro, del palazzo Gallini di via Emilia). *** Per quanto riguarda la tipologia degli edifici e, più in generale, la fisionomia architettonica e urbanistica di Voghera – come di altre città tra la prima e la seconda metà del secolo XIX –, la ricerca è di “decoro” urbano e di monumentalità, almeno per gli edifici pubblici. La tendenza eclettica trova il suo “momento nobilitante” nel gusto neoclassico (fatto di ordine, simmetria, preziosa decorazione) che presiede alle opere di Gioachino Dell’Isola del Borghetto (con l’Ospedale Civile, il Teatro Sociale, il Palazzo Municipale) e prevale in altri edifici pubblici (Peso Pubblico, Caserma di Cavalleria, Palazzo di Giustizia e Scuole Elementari su progetti dell’ingegner Paolo Cornaro, capo dell’Ufficio d’Ornato della città dal 1851 al 1898; Archivio Notarile su progetto dell’ingegner Giuseppe Selicorni). Prospetto e piante degli immobili comunali, disegnati con grande cura e precisione dall’Ufficio d’Arte, sono visibili nell’Inventario Generale di tutte le proprietà stabili e dei diritti immobiliari del Comune di Voghera (recentemente digitalizzato da Gilberto Garbi e Luigi Achilli). Ora, se pregevoli appaiono particolarmente le architetture di Dell’Isola per la loro razionale eleganza e dignità, la misura e il rigore formale, c’è da dire che non poco contributo viene dal cognato Paolo Cornaro, che, soprattutto con il vasto complesso edilizio della Caserma (mq 44.900), costruito tra il 1857 e il 1864 con criteri di funzionalità e di magnificenza in considerazione anche “del lustro che deriverebbe alla città dalla guarnigione di cavalleria”, fornisce uno dei migliori esempi di architettura militare ottocentesca in Italia. Ma l’attività del Comune si esplica, oltre che nella costruzione di edifici, nella sistemazione di aree di pubblica utilità. Nel 1873 viene tracciato il giardino antistante la Stazione ferroviaria, successivamente dotato di un suggestivo laghetto con pesci rossi e cigni rimasto intatto fino alla fine degli anni Cinquanta del ’900; tra il 1880 e il 1888 viene ripreso e portato a soluzione il problema dell’otturamento del fossato del Castello, connesso alla sistemazione della piazza e al completamento del viale che da piazza Castello conduce al Manicomio; nel 1890 viene ordinata l’area prospiciente l’Archivio Notarile e la Caserma che sarà utilizzata per i concerti serali della banda cittadina e militare. *** Nel gusto neoclassico rientrano edifici privati della prima metà dell’Ottocento (palazzo Dattili, palazzo Porta, palazzo Beltrami, palazzo Musso-Testanera). Il progetto di “ristauro della facciata della casa appartenente al sig. avvocato Gaspare Beltrami, in data 18 gennaio 1854, “riformata per rispettare la volontà del proprietario” (Archivio storico civico, Fondo ing. Paolo Cornaro, cart. 21, fasc. 373) evidenzia il legame col palazzo municipale attraverso le cinque arcate del piano terreno, un corpo centrale avanzato scandito da quattro lesene a base attica e capitello ionico sormontate da fregio che racchiudono tre finestre (originariamente munite di piccoli frontoni triangolari). È accompagnato dal disegno del fregio (dieci pezzi in pietra di Saltrio o di Viggiù raffiguranti alternativamente festoni con fiordalisi e teste di leone “secondo le migliori regole dell’ornato e della figura”) e da quello della porta finestra con poggiolo adorno di ricca balaustra; nonché dal disegno della statua visibile alla rampa delle scale che sorregge “il vaso vuoto per colocarvi dentro al bisogno anche una lampada per lume” (oppure ricolmo di frutta). La molteplice attività del Cornaro è ampiamente documentata nel sopraddetto Archivio. A lui si devono, oltre alle opere già menzionate, la ristrutturazione di palazzo Dattili nel 1853; il parziale riordino interno della chiesa del Collegio nel 1857; l’ampliamento del cimitero dopo il 1870 con edicole per uso elitario; un “progetto di nuove nomenclature” datato 17 dicembre 1871 con i nomi di Borroni, Bidone e Cavour, “quali uomini celebri nostri concittadini e di nostra grata memoria”; un progetto non realizzato di sistemazione di piazza Duomo nel 1880 (che contemplava un piano rialzato di forma ellittica davanti al Duomo inaccessibile ai veicoli e contornato da sedili e piante con quattro grandi candelabri nel mezzo); il progetto dell’Istituto Gallini in forme neogotiche inaugurato nel 1898… Virginio Giacomo Bono © VGBono 2012 da “Giornale di Voghera” 20 settembre 2012 |